Razzmattazz (And All The Jazz) - Part Uan

Prima sera del nostro soggiorno spagnolo: usciamo alle 23.00, ci ritroviamo sulla Rambla. Capatina all’osteria di fiducia, l’ “Ovella Negra” (non pensate a uova di cioccolato o simili, anche se siamo sotto Pasqua; “ovella” significa pecora. A voi l’ardua traduzione). C’è il pienone, meglio dell’angelus in piazza San Pietro. La serata promette bene, ci diciamo. Sgomitiamo per avere
“Si, il locale è figo, peccato ci siano solo 20 persone in tutto…tra l’altro mi hanno anche guardato malissimo mentre li contavo”.
Incerti sul da farsi, decidiamo di ributtarci sulla Rambla e vedere cosa offre la casa, quand’ecco che un butel dall’aria sospetta ci ferma e, dichiarando di essere italiano (si scoprirà poi essere di origine napoletana) profetizza: “Si, purtroppo stasera non è serata da Moog…comunque, se volete andare in un locale davvero FIGO, andate al Macarena, qui dietro Plaza Reial…”
Convinti dalla parlata travolgente, ci fidiamo e, ignorando i vari pr barcellonesi (la maggior parte dei quali di origine italiana, tra l’altro…eh sì questo è un lavoro che abbiamo esportato noi…puro made in italy) ci fiondiamo alla ricerca del suddetto locale. Trovato! Ci sono ben 3 buttafuori all’esterno, minchia sembra un locale serio…consegnamo gli inviti-riduzione-prevendite-liste, i buttafuori a malincuore ci fanno entrare. Un corridoio di qualche metro (da segnalare la doppia porta a prova di bomba tipo caveau delle banche che si vedono nei film, che non si può aprire finchè non si è chiusa l’altra) e poi ci ritroviamo…in un buco. Una saletta di qualche metro quadrato…ci sono più persone tra baristi e djs che clienti del locale. E i pochi che ci sono occupano tutto lo spazio a disposizione lottando per respirare gli ultimi metri cubi d’aria. Intravedo una scaletta nell’angolo della sala. “Ah ma butei ci sarà la saletta su!”. Convintissimi saliamo in 10 e scopriamo che il privè altro non è che (che rima, eh?) una doppia latrina! Super inculata fotonica…se non altro abbiamo approfittato dell’occasione per liberarci da bisogni impellenti (almeno quello).
Riscendiamo la scaletta, usciamo dal locale (ci abbiamo messo 10 minuti per colpa della cazzo di doppia porta, manco fosse Fort Knox) e ci riavviamo in direzione Rambla. Cazzo, quello si che era un locale figo.
Ultima occhiata alle riduzioni in nostro possesso: al "City Hall" c'è la Ladies Night...se il locale è come il Macarena, magari una figa su 10 persone la becchiamo! - pensavamo. Partiamo lanciatissimi...e arriviamo purtroppo ancora troppo presto. Gruppetto di 4 in avanscoperta: i buttafuori ci squadrano. In fondo hanno anche ragione: è la "Ladies Night", dovrebbero entrare fiotti di femmine, non un gruppetto di 8 folli che si splitta in due prima dell'entrata e approfitta clamorosamente dell'omaggio poco prima che scada l'ora X in cui nulla piuù vale e bisogna sborsare i dindini...Insomma, entriamo convinti in 4 (io c'ero...ndChet) e stanza per stanza ispezioniamo il locale. Ci sono quasi meno persone che al Macarena, e questo la dice lunga. Il posto comunque non è male, e decidiamo di rimanere se non altro per concludere degnamente una serata di nullismo cosmico: parte il messaggio alla squadra 2 che ancora aspetta fuori. E noi aspettiamo dentro. E aspettiamo. E aspettiamo. E non arriva nessuno. E che cazzo. E usciamo. E...basta con ste "e".
Usciamo, i buttafuori sembrano sollevati. La concetrazione di presenza femminile all'interno del locale si alza notevolmente dopo la nostra uscita. O forse no. In ogni caso, inquisiamo gli altri, i quali ci dicono di aver avuto qualche problema a convincere i gorilla a farli entrare visto che avevano palesemente capito che eravamo un gruppo unico di butei italiani allupati, e ciò non andava bene, no, non quella sera che era la "Ladies Night", ribadiamolo. Cazzo, pensavamo fossero più stupidi. Ci svacchiamo sulle panchine lì fuori, due ciacole con degli altri italiani incontrati per caso, poi di nuovo in piedi. Che si fa?
Diamo un’occhiata all’orologio…troppo tardi per le nostre possibilità, decidiamo di tornare all’hotel. In Plaza Catalunya decidiamo di prendere uno (o meglio due) taxi, mossa che si rivela azzeccatissima dato che il viaggio è comodo, veloce (con tanto di garino tra i due autisti (vinto dal nostro…grandissimo Pedro) ed economico (1,5 € a testa…qui si spende di più ad andare in autobus). La serata si conclude con la bevuta in camera. Evvai!
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