Razzmattazz (And All The Jazz) - Part Fri.Ciu
Entriamo…si sente già la musica sparata a tutto volume dalla sala accanto…al volo paghiamo, ci facciamo dare il biglietto per il free drink, ci facciamo indicare il guardaroba ed entriamo…Amorey non resiste: sente “Are You Gonna Be My Girl?” dei Jet che parte, molla giacca e portafoglio all’Uomo Agitato e si fionda in pista; lo recuperiamo poco più tardi. Ci dirigiamo prima al guardaroba, dove ovviamente c’è una fila infinita; ci giochiamo qui venti minuti buoni. Tra l’altro alcuni dei folli provano la furbata: combo giacca+felpa+giacca dell’amico+felpa dell’amico all-in-one, e vengono palesemente sgamati, con conseguente scocciatura del giovane spagnolo gaurdarobista (tenete a mente questo dettaglio, vi sarà utile per comprendere l’epilogo della serata); modestamente a me la combo riesce, deposito infatti giacca+maglietta+maglione del Rox senza che nessuno se ne accorga.
BREVE PLANIMETRIA DEL RAZZ: dopo averlo girato in lungo e in largo, descriverò qui l’immensa struttura della “Sala Razzmatazz”, che in realtà di sale ne ha 5, e anche belle grosse.
AL PIANO TERRA c’è il Razz Club, dove la musica è principalmente commerciale/indie, condita ogni tanto con qualche pezzo più “lanciato”, il tutto molto ballabile e poco impegnativo. La postazione Dj è sormontata da una specie di terrazza dalla quale i Vj regolano le luci e gli effetti visivi proiettati sulle pareti. Ai lati della sala due interminabili banconi bar; a metà altezza due soppalchi raggiungibili tramite scale che garantiscono l’accesso ai piani superiori: vista sulla “maraja imbelvada” sul dancefloor e anche qui bancone-bar a non finire.

AL PRIMO PIANO il “Loft” ovvero la sala House/Techno che ospita alcuni dei Dj più famosi a livello internazionale: la sera in questione Andy Cato dei Groove Armada e Funk D’Void. Dimensioni simili a quelle della sala inferiore, ma con il soffitto decisamente più basso è un’atmosfera più “dark”. La musica ovviamente house/electro/techno/minimal decisamente lanciata.
Sullo stesso piano anche la saletta “Lo.Li.Ta” che offre un ambiente più piccolo e caldo, con luci soffuse rosa e fucsia, e musica anche qui house, forse un attimino più orientata verso la commerciale.
AL ??? PIANO le rimanenti due sale, il Pop Bar, che offre concerti e spettacoli dal vivo, e
Finito il tour del locale ci ributtiamo nella pista nella sala Razz Club. La gente è davvero tanta, c’è il pienone, e la musica piacevolmente ballabile. Tra le canzoni passate segnaliamo “Dare” dei Gorillaz, “Brimful Of Asha” nella versione remix di Norman Cook alias Fatboy Slim, “Take Me Out” dei Franz Ferdinand, “Break On Trough” dei Doors in versione “Disse Bootleg”, “Read My Mind” dei Killers, “Never Be Alone” di Justice vs Simian, l’immancabile “I Don’t Feel Like Dancing” degli Scissor Siters, le superclassiche “Blue Monday” dei New Order, “Born Slippy” degli Underworld, “Narcotic” dei Liquido e “Seven Nation Army” degli White Stripes (alla quale ho cercato disperatamente di trattenere i butei per non farli cadere in mostruose figure di merda…cosa che invece è successa, al grido di “pooopopopopopo-poooo”), nonché la piacevole novità “Youg Folks” di Peter Bjorn & John (che da allora occupa un posto fisso nella mia playlist).
Nelle altre sale abbiamo riconosciuto solamente le strafamose “Exceeder” di Mason e “Put Your Hands Up For Detroit” di Fedde Le Grand.
Tra un salto e l’altro c’è stata la lunga colluttazione verbale tra me e un barista, alquanto rincoglionito, al quale ho dovuto snocciolare una serie infinita di nomi di cocktail universalmente conosciuti per ottenere infine…una birra. Non c’è peggior free drink sprecato. Peccato.
La serata comunque procede bene, è finalmente la nostra rivincita nei confronti della Barcellona notturna. Gli spagnoli sono sempre solari e cortesi anche in pista, non si verificano le classiche situazioni italiane del tipo “Cazzo guardi?” “Cazzo guardi te!” “Oh, guarda che stai rischiando…” “Si si…ci vediamo fuori…” e così via. Addirittura una butel semi-ubriaco dopo aver innavertitamente spinto un rivolo di fiato sulla spalla inerme del povero Bovo, che naturalmente ne è rimasto turbato, si è sentito in dovere di scusarsi tre-quattrocento volte per essere sicuro di non aver colpito la fragile emotività del nostro amico. È stata subito Peace & Love.
Dieci minuti prima della chiusura io e altri pochi valorosi ci allentiamo dal gruppo, destinazione Loft: ci vuole l’immancabile maglietta che commemora una serata finalmente passata in modo degno. Dieci beuri ed ecco tra le nostre mani le magliette ufficiali: io prendo quella del Loft, la feccia quella del Lo.Li.Ta. e il Rox una più classica con “Razzmatazz”. Torniamo downstairs e troviamo gli altri in fila per riprendere le giacche. E qui, il danno: il Terr1 ha perso il foglietto del guardaroba. Tentiamo in tutti i modi di negoziare col butel al banco, ma niente: ci ha riconosciuti, siamo quelli che hanno tentato la fecciata con il numero della sparizione delle giacche di Houdini. Ci vede, ci odia, ci manda a cagare. Niente giacca per il Terr1, olè.
Finalmente uscimmo a riveder le stelle, e insieme a miriadi di altri ragazzi sorridenti e rintronati ci fermiamo un attimo a tirare il fiato fuori dal locale. C’è chi, come me, si dà alla fotografia, e chi invece si dà all’approccio italo-spagnolo, anche se con scarsi risultati (vero, oVo?).
Quindi ci dirigiamo verso Almogavers. Ci viene in mente che sono le 5, e la metro riapre proprio a quest’ora: ci muoviamo assieme alla massa. Prima di tornare, però, tappa dal “merda” locale che sfruttando la zona tattica fai i soldi vendendo palate di churros, delle sottospecie di frittelle che vanno imbevute nella cioccolata bollente. Aaaaaaaah, chuuurross…
Con i trigliceridi alle stelle finalmente scendiamo e prendiamo la metro. Arriviamo all’albergo alle 6 passate; neanche il tempo di riposare un secondo, ed ecco che è già ora di fare le valigie…folks go back home…
6 commenti:
cheet non dire cazzate. popopopopopopo l'ha lanciato le rox seguito a ruota dal leso agitato. Non generaliziamo!
cheet non dire cazzate. (2) mi dissocio anche io dal popo..etc. e ribadisco anche che l'approccio italo spagnolo va chiarito: eravamo io e il moorey che cantavamo raffaella carrà alle spagnole ubriache senza doppi fini (non valevano la pena...).
quant'è bello far l'amore da trieste in giù...
tuca tuca tuuuuca...
si ovetto.. l'aproccio è stato alquanto scatenato!!
moorey, to sorela l'è leso agitato. :) e guarda che io non ho cantato popopopo-popopoooooooo. SSSfigato!
ah, e tra le canzoni presenti nella Sala Razz, non va dimenticata la mitica "Breathe" dei non meno mitici Prodigy!
Io voglio ricordare una super - iper - mega - ultra lesbo pomiciata con tanto di toccate intime!!! :-p
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